APERTO UFFICILAMENTE IL 75°
DELLA COMUNITÀ
"VILLA SAN FRANCESCO"




Articolo di Giuditta Guiotto - tratto da L'Amico del Popolo di giovedì 2 febbraio 2023
Numerose testimonianze insieme a tanti simboli
per il 75° della Comunità «Villa San Francesco»
Domenica 29 gennaio si è celebrato il 75° anno di vita della Comunità “Villa S. Francesco”. La sala della casa contadina che accoglie la cooperativa Arcobaleno era gremita di amici e simpatizzanti dell’opera che Aldo Bertelle dirige per accogliere ragazzi in difficoltà e renderli uomini e donne fiduciosi di sè e del proprio futuro.
A coordinare gli interventi è stato Filippo Santi. Maria Antonietta Perotto, presidente del comitato pro Villa San Francesco, ha letto il messaggio inviato dalla presidente nazionale del CIF , Renata Natilli Micheli. In seguito Lorenzo, uno dei giovani ospiti della Comunità, ha consegnato per il Museo un mattone della casa di san Giovanni Bosco e Camilla De Paoli ha parlato del metodo preventivo
del Santo che riusciva ad educare i “ragazzacci” di Torino con la fede, la fiducia e l’affetto. Mentre un altro ragazzo, Riccardo, consegnava, per la grande croce fatta di pezzi di legno, l’ultimo legno proveniente dalla casa di don Primo Mazzolari, Samuele Dalla Caneva si interrogava sulle urgenze della Chiesa di oggi.


Raissa, presentando un sasso delle macerie del terremoto del Belice, ha dato occasione ad Anna Casagrande di ricordare il vescovo di quelle terre, don Antonio Riboldi, divenuto amico fedele della Comunità Villa San Francesco, fino adivenire presidente del collegio dei garanti del Museodei sogni, della memoria e dei presepi. Nei momenti neiquali Alan Bortolas donava la stola di don Giulio Gaio,storico rettore del Santuario dei Santi Martiri Vittore eCorona, Teresa Gaz ha svolto il tema «Salire per capire»,intendendo che la strada per crescere è faticosa, come quelladi chi benedisse i 4 partigiani impiccati in piazza deiMartiri a Belluno o dei fedeli che salirono al Santuario deiSanti Vittore e Corona e poi in processione fino all’Ossariomilitare sul Grappa per chiedere la pace e il ritorno deiparenti partiti per la guerra. Il pittore Vico Calabrò ha raccontatocome don Giulio Gaio lo spinse a diventare frescante,nonostante mai prima si fosse cimentato in quella tecnica,per dipingere l’affresco che celebra proprio quellaprocessione. Da quella esperienza si riaprì la pratica del “dipingere sull’intonaco fresco”,che di fatto era negletta, e a Villa San Francescosorse una scuola di affresco con artisti non solo italiani.Giovanni Calgaro, dell’Associazione Marinai d’Italia, hadonato un crocifisso scolpito da Paolo Miele. Con semplicitàCaterina Gaz ha offerto un legno raccolto sul monte Sion,a Gerusalemme, dove si era recata con la famiglia.Il sindaco di Pedavena, Nicola Castellaz, ha ufficialmentepoi aperto l’anno educativo 2023. L’intervento di Aldo Bertelle, a cuore aperto,ha fatto memoria dell’avventura educativa con i suoi ragazziricordando episodi che ne hanno segnato il percorsofatto di passioni (momenti dolorosi) e resurrezioni.Il vescovo di Belluno Feltre, Renato Marangoni, ha sottolineatoche nell’interrogarsi sul suo futuro la Chiesa devetener presente che «nessuno si salva da solo» e così aprirsia tutti e soprattutto ai poveri che molto hanno da insegnare.«Se diventiamo poveri riusciremo ad amare realmente», questa la sua profetica frase conclusiva.Messaggio ancora più concretizzatosi davanti al vagoneche portava gli ebrei ai campi di concentramento e che orasi trova presso la cooperativa Arcobaleno. Fuori c’era scritto«8 animali e 40 persone», ma nei carri salivano anche80 innocenti. Lungo le rotaie del percorso la gente trovavainnumerevoli pezzetti di carta che i deportati buttavanosui binari da una grata. Aldo ha letto quello di una donnabellunese che aveva scritto nome e indirizzo. Chi lo haraccolto ne ha fatto una fotocopia per la Comunità.Infine il vescovo Marangoni ha benedetto, dopo una preghiera, i presenti che forse sono tornati a casa pensando a cose alle quali di solito non si dà ascolto.